Ragusa Ibla

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d'animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia.» 

Ragusa Ibla, con i suoi palazzi medioevali e barocchi, è un luogo ricco di storia e cultura. Sorge su una collina e, venendo da Ragusa si possono ammirare le case attaccate l’una all’altra, creando uno scenario unico e magico, ricordando un vero e proprio presepe.

Il nome “Ragusa” deriva da rogous (rogus), termine che in Sicilia e Magna Grecia indicava i luoghi del grano.
Facendo un salto nel tempo, le origini di Ibla risalgono al XX secolo a.C. con l’insediamento dei Siculi e sembra che sia l’erede di Hybla Haerea, un aggregato di villaggi siculi che fu in contatto con le popolazioni greche e romane.

Tracce visibili di queste prime comunità sono le necropoli scavate nella roccia che si possono scorgere sotto la chiesa di S. Maria delle Scale o anche dal Giardino Ibleo, affacciandosi sulla vallata.
Passarono di qui gli Arabi, i Normanni, i sovrani Svevi, ma il momento decisivo fu quando passò ad essere un feudo dei Chiaramonte che la unirono alla Contea di Modica. Determinante per lo sviluppo della contea fu la concessione delle terre in enfiteusi, venendosi così a formare una nuova categoria di proprietari borghesi.

Fu da questa rivoluzione economica che nacque pian piano il nuovo paesaggio agrario caratterizzato dai muretti a secco costruiti per recingere le nuove proprietà, per dividere i campi adibiti al pascolo, per consentire l’avvicendamento delle colture.
Dopo il tremendo terremoto del 1693, buona parte dei vecchi nobili preferì ricostruire la città dove sorgeva prima, mentre i massari e la nuova borghesia preferirono ricostruire i nuovi edifici in contrada Patro, facendo così nascere il primo nucleo di Ragusa Nuova. Quest’ultima viene chiamata anche la “Città dei tre ponti”, per la presenza di tre ponti pittoreschi di valore storico.

Sorsero così due Raguse: Ragusa Nuova e Ragusa Vecchia, quella Superiore e quella Inferiore, che per molti anni ebbero vite amministrative separate e che, solo nel 1926, furono riunificate nell’attuale città capoluogo di provincia.

Dopo il già citato terremoto, la città di Ragusa antica fu ricostruita in stile barocco. Ibla è ricca di chiese, di palazzi barocchi con balconi sporgenti scolpiti dalle maestranze locali, le quali erano alla ricerca della caricatura, al fine di sbalordire e meravigliare.

Oggi vanta 18 capolavori architettonici iscritti nel patrimonio dell’umanità dell’UNESCO:

Il Duomo di San Giorgio è il principale luogo di culto di Ragusa. Dopo il terremoto, la costruzione è stata affidata a Rosario Gagliardi, architetto di Noto. L’artista, per costruirla ideò un curioso gioco di prospettiva: orientò la chiesa un po’ più a sinistra della piazza antistante così che la futura cupola fosse visibile dietro l’imponente facciata. All’interno, nelle vetrate, vengono rappresentati i 13 episodi di martirio del Santo. La cupola, alta 43 metri e sorretta da 16 colonne neoclassiche, fu realizzata nel 1820 dal capomastro ragusano Carmelo Cultraro, su modello di quella del Pantheon di Parigi. Il Duomo svetta alto sulla piazza, grazie all’imponente scalinata antistante.
 

Vi sono ancora altre “chicche” da visitare, tra le quali quelle da non perdere sono:

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